Sapevamo da principio che Once Upon A Time, come l’avevamo conosciuta in questi anni, non sarebbe stata più la solita serie. Ne abbiamo la conferma fin dai primi frames, laddove hanno inizio le “Henry Mills’ Adventures”… già, perché non intitolare così questo OVVIO spin-off, anziché trascinare il nome di una storia fatta e finita?
Immaginerete già, da questo mio primo commento, quanto io abbia trovato fiacca la nuova trovata del duo Horowitz-Kitsis. Non ho alcun dubbio che per loro sia stata un’idea geniale scavare nelle altre versioni delle classiche favole, da tutti conosciute, mantenendo la trama di base: una bambina bussa alla porta di un uomo e dice di essere sua figlia. Eppure, avrebbe avuto più senso cambiare struttura (e titolo) quantomeno per non far storcere il naso ai fan della serie.
Come vi anticipavo, la nuova stagione (o per meglio dire “serie a sé”) parte con il viaggio di un giovane Henry, determinato a trovare la propria storia dopo aver scritto quella di tutti gli altri. Il ragazzo ha trovato diverse versioni delle favole e dei personaggi conosciuti nell’ambito di Storybrooke/Enchanted Forest, ma nessun doppione dell’autore. Perché?
La domanda è la spinta che serve ad Henry per partire all’avventura, questa volta in solitario.
E così solca i regni in sella alla sua moto, ma non conosciamo nel dettaglio i suoi viaggi, perché questi terminano non appena si scontra con Cenerentola. O, per meglio dire, la sua versione ispanica.
Io credevo di essermene liberata con la fine di “Devious Maids” e invece no. Dania Ramirez ed il suo tono lamentoso di voce, correlato da espressioni piatte e al limite dello schiaffeggiamento continuo e ripetuto, sono tornati con l’unico scopo di farmi odiare un personaggio che fino a poche ore fa amavo.
Certo, sia la sua Cenerentola che la sua storia sono completamente diverse da come le ricordavamo: in questa versione, la bella (vabbè) Cenerella ha come scopo l’uccisione del principe e non il matrimonio da favola. Inoltre, dimostra da subito un bel temperamento ed è la tipica donna che non ha bisogno di essere salvata da nessuno. O così pare.
Il suo approccio con Henry non è dei più smielati, almeno per quanto riguarda lei, poiché ci pensa lui a fare il baccalà per entrambi.
Bardato dell’espressione da rimbecillito, Henry sembra muoversi più in funzione di Cenerentola che della storia che vuole raggiungere.
Insomma, gli basta vedere una donna per perdere anche l’ultimo neurone rimastogli. Dobbiamo credere alla storia del colpo di fulmine? D’accordo, concediamogli il beneficio del dubbio. Per ora.
In una rocambolesca sequenza di eventi, nel quale vediamo anche un bel duello (forse la parte migliore di tutti i flashback), è Henry che, alla fine, abbandona la sua ricerca per iniziare una nuova operazione: Scarpetta di Cristallo. No, non ha perso il vizio.
Tuttavia, possiamo notare come ci vengano introdotti già nei flashback i personaggi che dovremo tenere d’occhio nel corso della stagione: prima fra tutti vi è Lady Tremaine/Mrs. Belfrey, la evil step-mother della storia, con al seguito sua figlia Genoveffa, interpretata dalla nota Adelaide Kane. Solo io avrei visto meglio lei nei panni di Cenerentola?
La terribile donna si pone come antagonista principale della storia anche nella Seattle dei giorni nostri, luogo in cui si svolgono le vicende. Non esiste più una Storybooke inventata, ma il quartiere magico esiste davvero e le avventure dei superstiti sono ambientate ad Hyperion Heights.
Proprio lì la giovane Lucy, la bambina che sul finire della scorsa stagione piomba nella vita di Henry, conduce il figlio della Salvatrice, con lo scopo di fare ciò che lui ha già fatto con Emma: renderlo il nuovo Salvatore.
In questo contesto più moderno riusciamo a vedere molte somiglianze con la prima stagione di OUAT, quando Emma giunse a Storybrooke e subito trovò lo scontro con Regina, il sindaco della città, così come suo figlio si mette subito contro la matrigna di Cenerentola.
Però, stavolta, Mrs. Belfrey non è il sindaco di Seattle, ma grazie alla sua potenza economica sta acquistando l’intero quartiere di Hyperion Heights, inducendo molti dei personaggi delle favole a trasferirsi altrove. E sappiamo tutti cosa succede quando si varcano i confini di un luogo maledetto.
Non sappiamo ancora come la maledizione li abbia portati tutti lì, instillando in Henry ricordi errati, spingendo Regina a cambiare nome in Roni e ad aprire un bar, o Hook a separarsi dalla sua Emma per indossare la divisa di poliziotto. O Tremotino che, be’, immagino già sarà uno dei pochi a darci grandi gioie.
Lo intuiamo dal flashback che coinvolge un’altra versione dell’Alice nel Paese delle Meraviglie, forse un po’ tetra e dark di quella che siamo abituati a vedere. Lei ha già avvertito Henry una volta, dandoci un prezioso indizio: Rumple sa sempre tutto. Che sia – di nuovo – il solo a non essere stato toccato dalla maledizione?
Il dubbio sorge spontaneo, principalmente a giudicare lo sguardo che lancia ad Hook, nuovo detective e, dunque, suo inaspettato partner. Se in un primo momento Rumple sembrava il solito malvivente, sul finire dell’episodio ci stupisce e lui, assieme alla magnifica Regina/Roni, mi fanno venire voglia di continuare la visione solo per capire cosa sia successo loro.
Ad Hyperion Heghts non ci sono orologi che iniziano a scandire il tempo con l’arrivo di Henry, ma un segno tangibile Lucy lo ottiene non appena sia in Henry che nella madre si instilla un prezioso sentimento: la speranza.
Sotto la guida del bel discorso di Regina/Roni, vediamo il primo giacinto – simbolo dell’amore tra Henry e Cenerentola – sbocciare in un terreno arido, in prossimità del pozzo dei desideri.
Di nuovo ci troviamo con una bambina con una grande fede, una maledizione da spezzare, un libro delle favole moderno ed un grande amore che tenta di imitare quello tra i Charmings, sembrando solo la brutta copia di un romanzetto rosa.
Ed i vecchi personaggi che di vecchio hanno ben poco, ma che nelle loro nuove vesti fanno puntare il dito allo schermo per dire: “Io questo lo conosco! Era “tizio” in Once Upon a Time!”.
Non credo l’effetto sia voluto, ma capisco il perché della presenza del trio in questa nuova stagione che, altrimenti, potrebbe tranquillamente essere abbandonata dopo pochi minuti.
Il tempo scorre tra “se” e “ma”, tra “era meglio quando c’era Emma” e “meno male che c’è ancora Regina”, ma l’unica fonte di curiosità – per quello che mi riguarda – è legata alla scoperta di come sia stato rovinato l’equilibrio creato a fatica dalla Salvatrice.
Sperando in qualche bell’effetto sorpresa per cui valga la pena continuare a seguire questo spin – off – non – spin – off con un briciolo di piacere.
In attesa della prossima puntata, vi ricordo di passare dalla nostra pagina Facebook per essere sempre aggiornati!
A presto!
Io l’ho visto con uno sguardo diverso e devo dire che non mi è dispiaciuto questo “pilot”. Concordo con te nel dire che sarebbe stato meglio cambiargli il nome! E soprattutto, ho pensato anch’io “era meglio quando c’era Emma e meno male che c’è ancora Regina” ahahahahahah!
Andrew, invece, a differenza di Jared, mi piace moltissimo! Vedremo cosa ci riserverà il futuro…